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– Dai vieni, sbrigati.
– Dove?
– In un posto…
– Sei impazzito? Lasciami prendere gli ultimi raggi del sole.
– Sei stata in spiaggia tutto il giorno. Cosa sei, una lucertola?
– Spiritoso. Io domani lavoro a differenza tua, lasciami abbronzare.
– No, dai, vieni. Non c’è tempo!
– Per cosa?
– Lo scoprirai, – cercai di farla alzare prendendole le mani.
– Aspetta, dopo ho l’aperitivo con le mie amiche.
– Al diavolo le tue amiche, le raggiungerai dopo.
– Ma dimmi almeno dove andiamo. Non posso venire così. Guarda che capelli.
– Sono bellissimi, come sempre.
Finalmente uscimmo dalla spiaggia e, giunti al motorino, mi fermai un momento.
– E ora che ti prende?
– Tieni, – risposi aprendo la sella.
– Le mie scarpe?
– Sì, mettile.
– Ma come hai fatto…
– Dai, non c’è tempo, fidati.
Mi avviai verso la collina poco distante. Lei mi seguiva piuttosto allibita, ma con un briciolo di curiosità che traspariva dal suo sguardo. In fondo le era sempre piaciuto quando prendevo in mano la situazione. Era una delle poche cose che avevo capito di lei nelle ultime settimane.
Mi girai un attimo, poi accelerai il passo.
– Non vorrai mica salire? – domandò titubante.
– Sì, devi vedere una cosa.
– In cima ad una collina?
– Sì.
Il nostro respiro cominciò a farsi affannato e i battiti dei nostri cuori sembravano giocare a rincorrersi, anche se, in realtà, il mio galoppava già da qualche giorno.
Dopo circa cinque minuti di ripida camminata arrivammo in cima alla collina.
– Sono esausta.
– Ancora un piccolo sforzo, – la esortai trascinandola per un braccio e costringendola ad un’ultima breve corsa.
Poi, finalmente, arrivammo. Appena in tempo.
– Ecco, siamo arrivati.
– Dove? Non capisco.
Le girai le spalle.
– Guarda.
Dal punto in cui ci trovavamo si poteva perfettamente scorgere l’intera baia sotto di noi. Le onde del mare in lontananza avevano appena cominciato a bagnare la tonda estremità del sole. Come se ad ogni spruzzo lasciasse evaporare un po’ di sé, tutto intorno a lui sembrava arrossire per l’emozione di quello spettacolo.
– È veramente bello il tramonto visto da qui, – disse lei sinceramente colpita. – Ma non c’era bisogno di correre così, – aggiunse.
– Volevo vedessi com’è la mia vita adesso.
– Non capisco.
– È come se io fossi mare.
– Eh?
– Da quando ti ho conosciuta qualche settimana fa non solo io, ma tutto quello intorno a me si è illuminato…
– Stai per caso provando a dirmi che ti piaccio? – fece lei con un briciolo di malizia.
– Sto provando a farti capire che non voglio più trascorrere un giorno senza che tu illumini il mio mondo.
Lei appoggiò la testa sulla mia spalla.
– Che ne dici? – le sussurrai.
– Avrò proprio una bella notizia da comunicare alle mie amiche, – sorrise.
– Dove?
– In un posto…
– Sei impazzito? Lasciami prendere gli ultimi raggi del sole.
– Sei stata in spiaggia tutto il giorno. Cosa sei, una lucertola?
– Spiritoso. Io domani lavoro a differenza tua, lasciami abbronzare.
– No, dai, vieni. Non c’è tempo!
– Per cosa?
– Lo scoprirai, – cercai di farla alzare prendendole le mani.
– Aspetta, dopo ho l’aperitivo con le mie amiche.
– Al diavolo le tue amiche, le raggiungerai dopo.
– Ma dimmi almeno dove andiamo. Non posso venire così. Guarda che capelli.
– Sono bellissimi, come sempre.
Finalmente uscimmo dalla spiaggia e, giunti al motorino, mi fermai un momento.
– E ora che ti prende?
– Tieni, – risposi aprendo la sella.
– Le mie scarpe?
– Sì, mettile.
– Ma come hai fatto…
– Dai, non c’è tempo, fidati.
Mi avviai verso la collina poco distante. Lei mi seguiva piuttosto allibita, ma con un briciolo di curiosità che traspariva dal suo sguardo. In fondo le era sempre piaciuto quando prendevo in mano la situazione. Era una delle poche cose che avevo capito di lei nelle ultime settimane.
Mi girai un attimo, poi accelerai il passo.
– Non vorrai mica salire? – domandò titubante.
– Sì, devi vedere una cosa.
– In cima ad una collina?
– Sì.
Il nostro respiro cominciò a farsi affannato e i battiti dei nostri cuori sembravano giocare a rincorrersi, anche se, in realtà, il mio galoppava già da qualche giorno.
Dopo circa cinque minuti di ripida camminata arrivammo in cima alla collina.
– Sono esausta.
– Ancora un piccolo sforzo, – la esortai trascinandola per un braccio e costringendola ad un’ultima breve corsa.
Poi, finalmente, arrivammo. Appena in tempo.
– Ecco, siamo arrivati.
– Dove? Non capisco.
Le girai le spalle.
– Guarda.
Dal punto in cui ci trovavamo si poteva perfettamente scorgere l’intera baia sotto di noi. Le onde del mare in lontananza avevano appena cominciato a bagnare la tonda estremità del sole. Come se ad ogni spruzzo lasciasse evaporare un po’ di sé, tutto intorno a lui sembrava arrossire per l’emozione di quello spettacolo.
– È veramente bello il tramonto visto da qui, – disse lei sinceramente colpita. – Ma non c’era bisogno di correre così, – aggiunse.
– Volevo vedessi com’è la mia vita adesso.
– Non capisco.
– È come se io fossi mare.
– Eh?
– Da quando ti ho conosciuta qualche settimana fa non solo io, ma tutto quello intorno a me si è illuminato…
– Stai per caso provando a dirmi che ti piaccio? – fece lei con un briciolo di malizia.
– Sto provando a farti capire che non voglio più trascorrere un giorno senza che tu illumini il mio mondo.
Lei appoggiò la testa sulla mia spalla.
– Che ne dici? – le sussurrai.
– Avrò proprio una bella notizia da comunicare alle mie amiche, – sorrise.