Il narratore di sogni è un romanzo.
È una sfida.
È una storia romantica che si intreccia ad altri generi come quelli dei racconti che abitano queste pagine.
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Da oggi 22.2.2018 troverete Il narratore di sogni a questi link: www.youcanprint.it/fiction/fiction-azione-e-avventura/il-narratore-di-sogni-9788827807941.html;
www.libreriauniversitaria.it/narratore-sogni-leoni-livio-youcanprint/libro/9788827807941 ;
www.mondadoristore.it/Il-narratore-di-sogni-Livio-Leoni/eai978882780794/ ;
www.hoepli.it/libro/il-narratore-di-sogni/9788827807941.html;
www.amazon.it/dp/8827807942/ref=sr_1_8?ie=UTF8&qid=1519642112&sr=8-8&keywords=il+narratore+di+sogni ;
www.ibs.it/narratore-di-sogni-libro-livio-leoni/e/9788827807941?inventoryId=100000620;
www.lafeltrinelli.it/libri/livio-leoni/narratore-sogni/9788827807941
Il libro è inoltre ordinabile da oltre 4.500 librerie presenti sul territorio italiano.
A questo link potrai conoscere la libreria più vicina a te: https://www.youcanprint.it/librerie-in-italia-self-publishing.html
Per segnalare eventuali problemi con gli ordini in libreria puoi utilizzare i CONTATTI.
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– Ciao Back! – il giovane chitarrista interruppe per un momento la trascinante melodia, per salutare il passaggio dello strano individuo.
I suoi capelli arruffati e quell’aria un po’ naif con cui solleticava le corde della vecchia chitarra riuscivano ad attirare l’attenzione dei passanti che puntualmente lasciavano cadere qualche spicciolo nella vecchia teiera posta ai suoi piedi. Attesi la fine della canzone, una specie di folk la cui ritmica invitava ad accompagnarla battendo i piedi a terra, per fargli i complimenti, lasciare una piccola offerta e domandare di quell’uomo che aveva salutato. Mi incuriosiva troppo. – Il corrindietro, dici? – replicò divertito il musicista. – Credo di sì. – Ah, lui è Back, – sorrise ironico. – Perché corre solo all’indietro? Si sta allenando o qualcosa del genere? – Mmm… In un certo senso sì. La mia aria interrogativa implorava da sola una spiegazione, ma siccome il mio stravagante interlocutore sembrava volersi far pregare, lo incalzai: – Per cosa si allena? Sembra così concentrato… – Lui allena… il suo cuore. – Cosa?! – Sì, lui corre sempre all’indietro. Lo fa ormai da più di sei mesi, lo sai? – Ma… – Beh, almeno così mi ha detto. L’altra settimana, dopo l’ennesima volta che me lo sono visto passare davanti, gli ho dovuto chiedere cosa diavolo stesse facendo. Ma mica si è fermato lui, sai? – Quindi? – All’inizio l’ho mandato al diavolo, ma poi era troppa la curiosità. Così, dopo un paio di giorni, l’ho letteralmente bloccato. – E lui? – gli domandai sempre più incuriosito. – Era in uno stato… boh, sembrava uno zombie, cioè non come un horror, ma… Ecco, sembrava sognasse ad occhi aperti. Non senza fatica sono riuscito a farmi raccontare la sua storia. Avevo comunque bisogno di una pausa. Sai, ogni tanto mi devo fermare a causa di un problema ad una corda vocale. – Mi dispiace. – Comunque mi ha spiegato che sta correndo da oltre sei mesi, dal giorno in cui la sua ragazza l’ha abbandonato. Lui ci credeva veramente. Tutti i suoi progetti si sono frantumati in un attimo e non si è più ripreso. – Davvero? – E non si ferma mai, sai? Beh, solo per mangiare, dormire e andare in bagno. Una storia un po’ triste. – Non capisco, perché correre all’indietro? – È convinto… beh, diciamo che si è auto convinto, che a forza di correre al contrario forse un giorno riuscirà a cambiare la linearità del tempo e anche la sua ragazza tornerà indietro. O almeno cancellerà i suoi ricordi. – Ma è pazzo! – O forse solo molto innamorato… Comunque è in buona compagnia, sembra io ne sia circondato. Tra lui che corre all’indietro e quello là che balla senza musica, – disse indicando uno strambo individuo a qualche metro di distanza – non mi posso di certo lamentare. Spero solo di non appartenere anch’io alla categoria senza accorgermene. Me lo diresti, vero? – rise sonoramente. – Tu mi sembri normale, – mentii. – Sai, ho anche scritto una canzone su di lui. E così dicendo ricominciò a cantare. Running back… Memories push you… But the time pass too… You’ll keep what you get… Qualche tempo dopo lo strano corridore continuava imperterrito la sua marcia al contrario. Ora che ero in vacanza, mi capitava spesso di passare da quelle parti quando andavo in spiaggia. Un giorno, ormai abbrustolito dai raggi del sole, invece di rimanere sotto l’ombrellone, decisi di seguirlo in bicicletta. Ed effettivamente non si fermò nemmeno per un minuto. Pedalai per due ore, anche se lentamente, e lui per centoventi minuti corse all’indietro senza mai fermarsi. Avrà anche preso l’abitudine, pensai, mica facile correre all’indietro senza urtare qualcuno. Ormai stanco, decisi di tornare a casa mentre lui avanzava, all’indietro. Il giorno successivo, con le spalle che ancora bruciavano nonostante abbondanti applicazioni di lozione doposole, mi convinsi a seguirlo almeno finché non si fosse fermato da qualche parte. Mi recai sul lungomare e non passò molto tempo prima di vedere la sua schiena avvicinarsi. Saltai in sella alla mia bici e partii. Quel giorno il sole picchiava più del solito. Dopo circa quaranta minuti io già grondavo di sudore mentre lui, come se qualcuno premesse il tasto rewind del telecomando della sua vita, continuava questa corsa al contrario senza far trasparire alcuna fatica. Si era fatto tardo pomeriggio, le mie ginocchia ormai ruotavano da sole in circolo, quando sentii alcune gocce bagnarmi la testa e le mani. Alzai gli occhi e vidi un paio di nuvoloni a cui, preso dal mio surreale pedinamento, non avevo fatto minimamente caso. Ci manca solo che si metta a piovere, mormorai tra me e me. Fu a quel punto che accadde qualcosa di totalmente inaspettato. Le piccole gocce diventarono sempre più grosse e ravvicinate fino a trasformarsi ben presto in un vero e proprio acquazzone estivo. Lo scroscio d’acqua mi convinse a desistere dal mio intento e mi riparai sotto la pensilina di un tram, mentre Back continuava la sua corsa noncurante della pioggia incessante. Stavo per perderlo di vista, quando improvvisamente si arrestò. Socchiusi le palpebre per mettere meglio a fuoco la situazione al di là del sipario d’acqua che cadeva giù da un cielo plumbeo venato di sfumature lilla che il tramonto si ostinava a distribuire. Mi servì un attimo per ritrovarlo , ma poi lo vidi, fermo, guardare verso l’altro lato della strada. A qualche metro da lui, quasi in mezzo alla carreggiata, due ragazzi se ne stavano immobili sotto il diluvio. Vicini l’uno all’altra, bisbigliavano qualcosa che ovviamente non riuscii a capire, ma dopo poche parole si baciarono appassionatamente. Nonostante fossi lontano mi arrivò chiaramente la sensazione che quello, almeno per loro, almeno per un momento, non fosse un semplice bacio, ma molto di più, come se ogni goccia che li colpiva fosse testimone di qualcosa che sarebbe rimasto indelebile nei loro cuori per sempre. Fu una scena emotivamente così forte, quasi da film, che per un momento mi scordai di Back. Tornai allora subito con lo sguardo a lui che se ne stava ancora fermo, ormai fradicio. Non posso esserne sicuro a causa della distanza, ma giurerei che tra le gocce che solcavano il suo viso vi fosse anche una lacrima. In quell’esatto momento si girò e si incamminò. Barcollò per un attimo, forse perché aveva perso l’abitudine ad avanzare, e proseguì la sua passeggiata sotto la pioggia come se nulla fosse. Da quel giorno non lo vidi più correre. La settimana successiva rincontrai l’originale ragazzo con la chitarra e la teiera ai suoi piedi. – Ciao, – lo interruppi non appena terminò la sua canzone. – Ah, mi ricordo di te. – Hai più visto Back? – Il corrindietro? – Sì. – Una volta sola. Non corre più all’indietro ora. – Lo so. – Lo sai? – fece sorpreso. – Sì, ero con lui quando ha smesso. Ma non so perché. – Mi ha solo detto che qualcuno gli ha dato la forza di crederci ancora, nonostante tutto. |